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A casa di Mamma Cattiva

A casa di Mamma Cattiva

Tutto è cominciato con una proposta ad una “collega” mamma-blogger: lei è una Mamma Cattiva, una di quelle che lavora a tempo pieno per capirci, che compra ancora giochi in legno (ma solo quelli con il marchio CE!), che non aggiunge zucchero allo yogurt bianco, che quando può si prende spazio e tempo per lei, che certe volte si abbatte e poi si riprende, insomma come dicevo, una mamma cattiva. A lei chiesi ormai mesi fa se avesse per caso voglia e tempo di scrivere un guest-post per questo blog. Lei in risposta mi ha aperto entusiasta le porte di casa sua!

Ecco quindi questo post-intervista a Luisa Ercoli – Mamma Cattiva, nato proprio grazie ad una sua idea, che pubblico dopo averla fatta davvero faticare, con foto su foto che le ho chiesto di scattare, e con domande a cui Luisa ha voluto gentilmente rispondere. E dalla proposta di Luisa di mostrare la cameretta dei suoi Leo e Picca nasce anche la rubrica “Rooms with a view” in cui mamme e papà, cattivi o meno, ci racconteranno come vedono lo spazio della loro casa dedicato ai più piccoli, in cui troveremo spunti ed ispirazioni per la stanza dei nostri bambini.

A casa di Mamma Cattiva

Oggi ci mostri la stanza che Leo e Picca avevano a Bologna, città che avete da poco lasciato per avvicinarvi al tuo posto di lavoro. Una stanza che hai curato in tutti i particolari, a cominciare dalla tinteggiatura delle pareti, per cui hai scelto una combinazione molto particolare che a me piace davvero molto, raccontaci da dove sei partita.

Era deciso che i bambini avrebbero diviso la stanza. Mai ho pensato in caso di stesso sesso di fare una stanza totalpink o totalblue, ma mettendoli insieme ho riflettutto sui colori. Amo molto i colori, alla Tricia Guild per capirsi, anche se ultimamente inizio ad amarli pieni e non troppo sfumati. La cosa curiosa, forse complice la danza, è che io amo molto il rosa, per la precisione il rosa antico, anche cupo volendo ma non ne faccio una questione di genere. In questo avrai imparato a conoscermi. La folgorazione l’ho avuta vedendo casualmente un’accoppiata di tessuti croccanti arancio/rosa fucsia. Poi avevamo un vecchio armadio del Doc, grande e di legno come non ne fanno più. Era bianco ma un po’ rovinato. Ho chiamato una mia amica che fa la restauratrice (una parolona) e abbiamo individuato i colori. Da lì l’idea di colorare anche la stanza ma non troppo: tre fascioni alternati che non prendono neanche mezza parete; poi il Doc ha pitturato il lettino allungabile di Leo di arancio, un tavolino nei due colori e una Ivar per i libri e i giochi dei bambini. Il lettino di Picca è rimasto color legno ed è il mio lettino di quando ero piccola (!)
A casa di Mamma Cattiva

Raccontaci i tuoi bambini vivono la loro stanza.

La vivono insieme. Ci piacerebbe che crescano autonomi ma partecipativi e li abbiamo quindi sempre immaginati e poi voluti nella stessa stanza, sfuggendo a tutti quei consigli (sai no che la mia missione è la lotta contro i rumori di sottofondo?) che vorrebbero convincerci che “maschio e femmina” vadano separati. Arriverà il giorno che ci chiederanno spazi propri, ma ci penseremo allora. Per adesso la vivono nel gioco, nella lettura, nel disegno e se litigano c’è il modo di separarli. E dopo poco li ritrovi insieme a condividere le cose.

Io ricordo come un incubo il momento in cui mia mamma ci ammoniva di metter in ordine la stanza, come sono i tuoi figli? Tu che sei una Mamma Cattiva come li stai educando in questo senso?

Tu ricordi l’incubo eppure sono convinta che il tuo amore per il design, per la cosa giusta al posto giusto derivi da quel brutto sogno. Mettere in ordine gli oggetti ci insegna a recuperare, a mettere in ordine i nostri pensieri e da piccoli questo è il nostro primo esercizio. Non sono maniacale ma neanche faccio passare che possano disporre liberamente degli spazi come fossero dei bazar (per quanto i suk abbiano il loro innegabile fascino ;). Prima di mangiare o prima di andare a dormire il momento del gioco va riposto e lo facciamo insieme. Con me sia Leo che Picca tendono alla sfida, ma il ricordo della precisione di cui sono capaci a scuola mi suggerisce che posso insistere, che sono già capaci di capire che alcune cose spettano a loro. Bisogna tenere conto della loro età e del loro carattere ma ci si arriva.

Com’era invece la tua cameretta da bambina, che ricordi hai e cosa c’e’ della tua infanzia nella stanza dei tuoi figli oggi?

La dividevo con mia sorella di nove anni più grande. Praticamente una generazione ci separava e a turno, nelle varie fasi della vita, ne abbiamo entrambe risentito, nel bene e nel male. C’è stato il periodo della prima stanza, rossa e bianca, con il letto a castello e poi il momento della stanza nuova con la moquette e i mobili da ragazzi su misura di legno bianco. Io desideravo altre cose ma i miei sceglievano e io dovevo adeguarmi. Non parlo di quando si era molto piccole ma di ricordi più vividi. Oggi per i miei figli ho scelto i colori e il posto per ospitare i loro giochi. Seguo le tappe della loro crescita e cerco di ascoltare i loro desideri, nei limiti delle possibilità che abbiamo.

Il lettino di Picca è il mio primo letto con le sponde e l’armadio che abbiamo dipinto era del Doc. Mobili che hanno conosciuto diverse città, generazioni e pianti notturni.

A casa nuova immagino che molto sia cambiato, cosa speri che conservino nella loro memoria i tuoi figli di questo luogo di giochi e di colori?

Cambieremo casa e città e mi spiace che per forza di cose ricorderanno poco le atmosfere di Bologna, ma ci portiamo dietro qualche colore. Abbiamo replicato l’azzardo di abbinamento tra l’arancio e il fucsia. Resterà l’armadio e i contenitori per i treni e gli animali. Sparirà il lettino di Picca. Comparirà un letto a castello per Leo e sua sorella erediterà il suo lettino arancione. Ho già comprato dei boutis double-face arancio e fucsia. Ecco mi piacerebbe alimentare la loro fantasia attraverso i colori e stupirmi che un giorno sceglieranno il total white (o il total black?).
A casa di Mamma Cattiva

Quanto hanno influito le esigenze dei tuoi figli nella scelta del nuovo appartamento, quali sono state le linee guida che avete seguito?

Ti confesso che sono esigenze dei grandi di cui beneficeranno i piccoli. Ho dato priorità alle dimensioni rispetto alla proprietà. Ho scelto lo spazio per domare il disordine della vita. Preferito il centro di una città piccola alle distanze degli spazi verdi in periferia, impegnandomi a raggiungerli in bicicletta o a programmare trasferte nei luoghi di piccole vacanze, da parenti e amici. Nel quotidiano il lavoro e la scuola diventeranno più gestibili mentre il tempo libero dovrà essere inventato e creato.

Raccontaci un po’ della tua passione per l’arredo d’interni ed il decor, a cosa ti ispiri, cosa ti piace…

Una cosa che dico spesso è che le mie passioni rappresentano le mie eterne contraddizioni. Da una parte il viaggiare e dall’altra la casa. A casa penso alla prossima valigia e in viaggio ho nostalgia di casa. E le due dimensioni si contaminano necessariamente. Nella scelta degli arredi mi fido del mio occhio e delle mie illuminazioni. Aspetto, se qualcosa non mi convince o se manca la scintilla. Poi però se arriva l’ispirazione inizio a fremere e cerco ovunque conferma di quell’intuizione. La cosa più difficile a volte è convincere il Doc, ma abbiamo fatto un accordo: in casa non entra nulla che non piaccia ad entrambi. Lo stile o meglio l’atmosfera che prediligo è quella degli interiors francesi. Mi piace la coerenza intesa come l’accordo con un filo conduttore: alcune cose di mondi diversi riescono a convivere ma deve esserci un fil rouge o le cose non parleranno tra di loro.

C’e’ qualcosa di particolare che vorresti realizzare per Picca e Leo nella nuova casa, ma che non sai ancora come fare?

Vorrei ricominciare ad avere ospiti in casa e mi piacerebbe creare un piccolo spazio dove i bambini mangino da soli, lontani dal perenne controllo dei grandi, un tavolo alla loro altezza, dei cibi divertenti, apparecchiatura a loro misura ma che li guidi a diventare grandi. Hai qualche buona idea? Una delle tue?

Cara Mamma Cattiva, anche noi sentiamo al momento proprio le stesse esigenze. Qualche idea ce l’avrei, ma dovrai aspettare il prossimo post!

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